di S.F.
«Perché non guardiamo anche altrove per ampliare l’offerta universitaria a Terni?». Questo in estremo sintesi il senso dell’atto di indirizzo discusso – di mezzo c’era anche l’Arpa, ma la storia è già chiusa da tempo – lunedì mattina in II° commissione in merito all’emancipazione del polo universitario cittadino in riguardo a Perugia: tutti concordi nel procedere con un ‘tavolo’ specifico su input del consigliere di Senso Civico Alessandro Gentiletti.
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Perugia, Terni e altro
Al centro dell’attenzione l’emancipazione della subalternità – con diverse sfumature – nei confronti di Perugia. La direzione generale dell’Arpa a Terni è cosa fatta, ma ci sono altre tematiche aperte. Come ad esempio l’università: l’obiettivo dell’atto, con input nei riguardi del sindaco e della giunta, è di «costituire una commissione di studio relativa al polo universitario ternano e alla percorribilità delle proposte indicate (come ad esempio la costituzione di un ateneo federato e la stipula di accordi settoriali con altri atenei, ndR)», nonché «chiedere l’attivazione di un tavolo con il Miur e altri atenei dell’Italia centrale e particolarmente quelli romani in una logica di decongestionamento». Insomma, non c’è solo Perugia.
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«No preclusioni, ma prima Perugia»
Ad ascoltare per l’esecutivo Latini c’era l’assessore alla scuola Cinzia Fabrizi: «Avere una forte presenza dell’università a Terni è importante non solo per gli studenti, ma anche per una leva di sviluppo nell’ambito di sviluppo culturale e motore propulsore per l’economia. Con Perugia abbiamo spinto per avere un rafforzamento dell’offerta per ingegneria con un secondo percorso magistrale. Non è una preclusione in assoluto, nell’area ternana possono aprire e avere collocazione anche altri atenei: avviare un percorso in questo senso può essere utile». Sì, ma dove? «Servono sedi e logistica adeguate per poter realizzare altri percorsi universitari e per questo è rilevante la riqualificazione di Pentima perché come territorio dobbiamo indicare un luogo dove si possano svolgere lezioni in modo decoroso e attrattivo. C’è anche Collescipoli, la precedente amministrazione ci ha investito». C’è chi ricorda che non è tutto oro quel che luccica.
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La critica sulla sanità
Sergio Armillei (Lega) è tornato a far presente che c’è qualcosa che non va con Perugia: «Ok alla chance di guardarci intorno e allacciare rapporti con altre università. In ambito sanitario alcune richieste sono state accolte in maniera un po’ fredda, non c’è stato molto ascolto e parlo ad esempio dei corsi di specializzazione: la richiesta è enorme, servirebbero anche a Terni». Per Rossi (Terni Civica) «è giusto che il primo interlocutore sia l’università di Perugia, ma guardare anche altrove».
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«Pentima? Non ci manderei mio figlio»
C’è poi Comunardo Tobia (M5S) che, su un aspetto, la pensa diversamente rispetto alla Fabrizi: «Ritengo sia importante intavolare una discussione con più università, non solo Perugia, per cercare di portare a Terni altre possibilità di studi e di diverse facoltà. C’è necessità di avere specializzazioni qui. Sulla riqualificazione di Pentima abbiamo molti dubbi perché è alla base di una grande discarica e ci sono stati problemi enormi per percolato e metalli pesanti nei terreni. A meno che non si faccia una bonifica, ma è quasi impossibile. Da medico non ci manderei un figlio a studiare, ecco. Vedo – ha concluso – con maggior favore una sede a Collescipoli». Ora sotto con le audizioni.