‘Valle dei fuochi’: «Indagini proseguono»

Il consiglio regionale, all’unanimità, chiede nuove analisi, messa in sicurezza e bonifica delle aree. Per l’assessore Cecchini «le notizie alla magistratura, no alla politica»

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L’allarme ‘Valle dei fuochi’ umbra risuona anche in consiglio regionale, dove martedì pomeriggio il consiglio regionale ha approvato all’unanimità la mozione unitaria proposta da Giacomo Leonelli del Partito democratico e Andrea Liberati con il contributo di Claudio Ricci.

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Lavori in aula

La mozione prevede che la giunta si attivi perché proseguano le indagini e le analisi di Arpa e Usl sui potenziali rischi per la salute dei cittadini della zona e affinché vengano resi noti i dati sia per la Valnestore che per Fabro. Inoltre, il documento prevede che siano messe in atto tutte le azioni e i provvedimenti per il ripristino della salubrità dei luoghi e la messa in sicurezza delle aree, avviare una perizia tecnica di parte pubblica, individuando i danni economici cagionati a cose e persone, richiedendo ad Enel i relativi risarcimenti ove fosse accertata una specifica responsabilità; redigere, attraverso le strutture regionali, una carta tematica di sensibilità e rischio ambientale dell’area, per la predisposizione di un piano di messa in sicurezza e bonifica, valorizzazione territoriale, allo scopo di impegnare il Governo alla predisposizione di un programma specifico di interventi. L’atto di indirizzo sostituisce due mozioni sullo stesso argomento presentate dagli stessi Leonelli e Liberati a inizio di seduta, con richiesta di trattazione urgente. Prima della stesura del documento unitario e del voto, sono state presentate le due mozioni
iniziali.

Leonelli La mozione, come ha ricordato Leonelli, era stata depositata già lo scorso primo aprile, prima ancora che la magistratura aprisse un fascicolo per danno ambientale con relativo sequestro. «Questa nostra discussione deve prestare attenzione a una vicenda che esula dai confini della Valnestore. È necessario ricordare che negli anni ’80 il sistema legislativo, così come gli usi e le prassi, erano meno attenti rispetto alla attuale normativa ambientale. Inoltre andranno accertate, al di là delle suggestioni, quali sono e se ci sono responsabilità da parti di chi ha gestito la centrale elettrica». E’ necessario fare chiarezza, dunque, anche per dare un segnale a quelle comunità, «prima che quel territorio subisca una ingiustificabile penalizzazione. Si dovrà bonificare ove necessario, ripristinare la salubrità dei luoghi e coinvolgere coloro i quali possano aver subito conseguenze sanitarie dalla situazione ambientale rilevata».

Liberati Non solo lignite però, proveniente dagli scarti della ex centrale Enel ma anche ceneri di carbone con tracce di radioattività, arrivate negli anni a Fabro, Città della Pieve e nella Valnestore. «Già nel 1985 i consiglieri Castellani, Sbrenna e Alessi – ha ricordato Liberati – si rivolsero alla Giunta per avere chiarimenti circa l’arrivo di ceneri dalla Liguria». E poi, nel 1986, ci fu la raccolta firme di Legambiente per modificare la normativa che consentiva di usare le ceneri di carbone come inerti. La preoccupazione, dunque, c’è sempre stata, «non vorrei che tra 30 anni si arrivi a parlare del caso Thyssen e dell’inquinamento della Conca Ternana» ha sottolineato Liberati, secondo cui serve una presa di coscienza collettiva senza il timore di un danno di immagine, ma chiamare in causa la multinazionale di stato.

Enel Per questo, ha proseguito Liberati, «dobbiamo sentire in audizione i vertici Enel per capire come è stato possibile arrivare a quel punto. La Regione deve promuovere analisi sanitarie ed economiche per capire quali danni sono staticausati a persone e cose. Una perizia che spetta alle istituzioni e non a chi abita nella Valnestore. Poi dovremo presentare il conto agli inquinatori, come prevede il testo unico sull’ambiente, procedendo alla messa in sicurezza. Anche a Terni, dove mezza città subisce l’impolveramento da metalli pesanti, che contaminano suoli e fiumi, oltre l’aria. Arpa e Asl devono rendere noto tutti i dati ambientali sulla contaminazione della Valnestore quanto della Conca ternana». E sulla inusuale convergenza tra Pd e 5 Stelle, il consigliere Leonelli ha espresso soddisfazione per il fatto che i due documenti sono confluiti in un’unica mozione unitaria, poi votata all’unanimità. A dimostrazione di «quanto l’intera comunità regionale abbia a cuore il tema delle verifiche ambientali sullo stato di quelle aree».

L’assessore Sul documento si è espresso anche l’assessore all’ambiente Cecchini, sottolineando l’importanza di non giungere a conclusione affrettate, senza letture che ancora non sono corredate da pareri. «Ho partecipato ad una
assemblea del Comitato per la salute, insieme ai sindaci di Piegaro e Panicale – ha detto l’assessore – ricordando che chi ha autorizzato quelle soluzioni lo ha fatto pensando di incentivare l’economia. Oggi sappiamo che si deve puntare sulla qualità della salute, della vita e dell’ambiente e non certo sulla produzione a prescindere. Da tempo la Regione e i sindaci stanno seguendo questo percorso svolgendo le proprie azioni con gli strumenti a disposizione».

No strumentalizzazioni Le notizie sull’eventuale inquinamento, ha sottolineato l’assessore, devono essere fornite alla Procura più che alla politica «che rischia di strumentalizzare la vicenda». E intanto la giunta, martedì mattina, ha deciso un ulteriore stanziamento di fondi per i carotaggi all’interno delle risorse stanziate per i Comuni. «L’assessorato alla sanità ha fatto il proprio lavoro – ha concluso l’assessore – ci sono le condizioni affinché la magistratura possa dar conto di come stanno le cose. Solo allora potremo decidere quali azioni intraprendere. I sindaci hanno il compito di verificare che i prodotti agricoli della zona siano adatti ad essere commercializzati».

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