Valnestore, all’asta l’ex centrale elettrica

Perugia, non solo i danni all’ambiente e alla salute. Ma anche 2 milioni e mezzo di debiti della partecipata Valnestore sviluppo per cui le banche ora battono cassa

Condividi questo articolo su

di L.P.

Nella partita che vede da un lato il timore degli abitanti per la propria salute e quello per una compromissione, totale, dell’ambiente, la vicenda della ‘Valle dei fuochi’ umbri sembra tutt’altro che sulla via del tramonto.

Il comitato Soltanto la salute

In Regione L’ultimo atto, mentre è ancora in corso l’inchiesta della magistratura, riguarda la società Valnestore sviluppo, messa ormai in liquidazione e che, il prossimo novembre, sarà battuta all’asta davanti al Tribunale di Terni. A richiamare l’attenzione sulla vicenda è il consigliere regionale Giacomo Leonelli che ha invitato il presidente della seconda commissione Eros Brega a convocare tutte le parti in causa, compreso l’assessore regionale all’ambiente, i rappresentanti di Enel e i sindaci dei comuni interessati, per capire che fine farà quell’area a vocazione industriale. A rimettere in fila i pezzi di un puzzle ancora non completo, dove le responsabilità pubbliche si intrecciano con quelle private, è il sindaco di Panicale, l’avvocato Giulio Cherubini.

Valnestore sviluppo In una vicenda più che trentennale entra in scena la Valnestore sviluppo, una partecipata nata alla fine degli anni ’90 tra due soggetti, allora forti, come la provincia di Perugia e la Comunità montana del Trasimeno, e i comuni di Panicale e Piegaro, quando l’Enel decide di dismettere la centrale di Pietrafitta. Nasce così il progetto di trasformare quel sito in una Silicon Valley in salsa umbra, ma resta tutto sulla carta. «La società ha investito grande parte dei fondi per quel progetto denominato ‘Polo delle eccellenze delle energie rinnovabili’ che doveva essere uno dei quattro poli attrattivi immaginati dalla programmazione della Regione Umbria», spiega Cherubini. Mai partito, però, perché già nel 2007 sono venuti a mancare anche gli investimenti del socio privato, di cui Angelantoni era il capofila.

Il sindaco di Panicale Giulio Cherubini

Progetto mai decollato «Dopo le opere di urbanizzazione su quel sito e investimenti su altre realtà produttive, quando l’amministrazione che guido si è insediata, abbiamo trovato una situazione finanziaria molto complessa. Carte alla mano, abbiamo cercato di capire se era possibile mettere insieme queste partecipate e se era possibile farle ripartire. Abbiamo portato avanti il consorzio, Consenergia green, titolare del parco fotovoltaico che ora sta dando i suoi frutti, mentre Valnestore sviluppo è stata messa in liquidazione per i forti debiti».

La Valle dei fuochi Secondo Cherubini che si sia iniziato il processo di smantellamento di Valnestore Sviluppo a partire da un anno fa circa, quando, insieme, è esploso anche il caso delle ceneri interrate negli anni sotto a quei terreni ed è poi iniziato a emergere un problema sanitario che, ad oggi, coinvolge circa 200 famiglie, tra malati e parenti delle vittime di tumori, è un puro caso. Le due cose, dunque, non sarebbero collegabili, neanche con l’inchiesta della magistratura tutt’ora in corso.

I debiti «Abbiamo capito che la situazione finanziaria era disastrosa nel 2014 – spiega Cherubini – e da quel momento abbiamo iniziato a cercare eventuali margini progettuali. La questione ambientale va tenuta distinta, anche perché ci sarà la magistratura a fare chiarezza. La vicenda di Valnestore Sviluppo è un’altra, sta finendo di pagare i creditori minori, rimangono le questioni bancarie, che sono le più importanti». Ci sono due banche che ora rivogliono indietro i soldi per due mutui accesi nel tempo e i debiti, sommati gli interessi bancari, sfiorano la cifra dei due milioni e mezzo di euro. Per questo motivo la Banca nazionale del lavoro ha provveduto a mettere in vendita il sito dell’ex centrale che, a novembre, sarà battuta all’asta davanti al tribunale di Terni.

Ma i problemi non finiscono qui. «La cosa che ci preme molto – prosegue Cherubini – è trovare una nuova strada per questo complesso e per l’area di Pietrafitta. Noi crediamo che la strada da seguire debba essere quella del progetto Futur-e, per il quale è stato firmato un protocollo d’intesa tra la Regione e l’Enel per la riconversione delle ex centrali elettriche ormai dismesse. In questo progetto nazionale, tra cui è ricompreso anche Pietrafitta, il colosso dell’energia potrebbe agilmente riconvertire il sito della Valnestore Sviluppo. Se, invece, l’ex centrale finisce all’asta il rischio è che possa finire in mani sbagliate».

Il report dell’Usl La paura, dunque, è che su un territorio che da un punto di vista ambientale ha già dato tanto, ci possano essere interessi che potrebbero acuire, ancora di più, le già presenti criticità. Sul report inviato dalla Usl1 Umbria al comune di Piegaro, invece, il primo cittadino di Panicale ci tiene a specificare che chi riveste ruoli istituzionali autorevoli lo fa con responsabilità e per tali devono essere considerati. «Anche noi stiamo aspettando il report relativo ai dati di Panicale -spiega – perché abbiamo chiesto chiarimenti anche noi di aspettiamo dati ambientali e uno studio epidemiologico, per scongiurare fratture sul territorio. Noi vogliamo intraprendere un percorso di verità e di responsabilità. Da parte di tutti gli attori. Però, poi , quando arrivano le risposte, ci dobbiamo fidare. Di questa vicenda abbiamo investito anche la commissione parlamentare d’inchiesta, quindi massima trasparenza».

Condividi questo articolo su
Condividi questo articolo su

Ultimi 30 articoli